ROBERTO PAZZI / MONI OVADIA

ASTOLFO SULLA LUNA, alla ricerca del senno di Orlando

  • 24 Giugno 2021 - 21:30 Piazza Castello - Ingresso dal Rivellino Nord, fronte Camera di Commercio/Corso Ercole I° d'Este -

Rimane l’attualità eterna di questi versi dell’Orlando furioso, che sanno sorridere di molte vanità umane, “dell’ozio lungo d’uomini ignoranti”, delle bugie degli amanti, della fama scambiata per la gloria, dell’insipienza umana alla costante ricerca di beni effimeri, che si mostrano ingannevoli, ma con un tono di infinita comprensione della dissennatezza, e che non giudica ma compatisce. Abbiamo bisogno di autori nelle cui parole si riscopra ancora oggi la gioia dei sensi e il gioco del caso, che non abbiano solo una visione trascendente della vita, che non lascia spazio al vivere terreno ma lo infirma di inautenticità. Geni come l’Ariosto, come Giovanni Boccaccio, come Wolfgang Amedeus Mozart e Gioachino Rossini sono tra i pochi che hanno parlato della gioia di vivere, libera dall’ombra della morte, persuasa che la vita abbia in sé il suo valore e il suo limite. Roberto Pazzi.

Sarà un recital fuori dal comune, con uno straordinario Roberto Pazzi, importantissimo poeta della nostra città, che reciterà alcuni brani tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Roberto Pazzi non solo è un autentico poeta, ma è anche un dicitore di poesia straordinario. Siamo abituati ad ascoltare poesie lette da attori, ma frequentemente l’attore mette in primo piano la
propria interpretazione invece di “stare” con il testo poetico. Nel caso di Ludovico Ariosto, è talmente forte che ha bisogno di qualcuno che ne comprenda più di tutto il valore intrinseco del linguaggio poetico, e questo solo un poeta può, e sa farlo. In questa occasione, darò voce alle sue poesie, tratte dalla raccolta “Un giorno senza sera. Antologia personale di poesia 1966-2019” (La nave di Teseo); sullo sfondo, il magnifico Castello Estense, accompagnato da proiezioni di immagini in video mapping e testi, in modo che il pubblico abbia la possibilità di apprezzare il valore poetico di ciò che ascolta. Moni Ovadia

Dall’alto scenderanno le parole di Ariosto sospirate, tra luna e terra, dalla voce perturbata e commossa di Roberto Pazzi. Vittorio Sgarbi.

Il viaggio di Astolfo sulla luna si colloca nella tradizione dei viaggi ultraterreni, tradizione che ha il suo momento più illustre nella Divina Commedia. I riferimenti al viaggio dantesco sono numerosi anche dal punto di vista strutturale: basti pensare alla figura di San Giovanni che assolve lo stesso compito di guida di Virgilio. Ma è oltremodo evidente che, rispetto alle
possibilità che un tale modello gli offriva, Ariosto punta a obiettivi molto più limitati: raggiungere la Luna. A questo si limita il suo viaggio. Vi si reca, inoltre, per uno scopo dichiaratamente pratico: recuperare il senno di Orlando per riabilitare la salute dell’eroe che sconfiggerà i pagani, raggiunto il quale la sua missione sarà conclusa. Questo distaccamento dalla Divina Commedia genera le innovazioni che rendono questo canto unico nel suo genere. Le trasformazioni hanno uno scopo ironico e il procedimento grazie al quale Ariosto inserisce le “novità” può essere semplicemente un’accorta elaborazione di fonti classiche. Analizzando e leggendo questo canto si giunge naturalmente ad affermare la specularità dei due mondi (la Terra e la Luna), volutamente accentuata dall’Ariosto, con lo scopo di creare quell’ironia che lo distingue daglialtri autori. Nell’Orlando Furioso, Astolfo, è trasformato in un meraviglioso strumento della Provvidenza: a nessuno meglio che a lui, esperto di cose soprannaturali e perfetta incarnazione del senso ariostesco del meraviglioso e dell’avventura, poteva essere affidata l’altissima impresa. E’ inoltre l’unico ad essere libero dalle passioni e può quindi permettersi di volare spensierato in sella al suo ippogrifo, incarnazione delle ali della fantasia. Questo atteggiamento di ironico distacco, sembra proprio lo stesso che caratterizza il rapporto fra l’Ariosto e la sua produzione, come se il poeta si volesse identificare con questo personaggio. Da ciò ne deriverebbe l’equivalenza tra la magia e l’ironia che diventano quindi i due diversi strumenti utilizzati dall’Ariosto per descrivere i paesaggi fantastici, i personaggi irreali, le situazioni irrealizzabili, tutto quanto di illusorio sia presente nella poesia dell’Orlando Furioso.

Letture e video mapping sulla Torre di San Paolo

Moni Ovadia legge Roberto Pazzi da Un giorno senza sera
Roberto Pazzi legge dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto

con la partecipazione straordinaria di

Vittorio Sgarbi

musiche di

Arvo Pärt e Gesualdo da Venosa

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Ingresso gratuito su prenotazione

Biglietteria:
0532 202675
biglietteria@teatrocomunaleferrara.it


 


  Ingresso dal Rivellino Nord del Castello, fronte Camera di Commercio/Corso Ercole I° d’Este

 

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In caso di maltempo l’evento verrà rinviato a data da destinarsi