Massenet “ribalta ciò che per definizione è la scrittura d’opera”, spiega il direttore d’orchestra Francesco Pasqualetti. “È come se l’orchestra dicesse o cantasse ciò che con la voce non è più permesso dire. Ciò che a voce non si può dire.
È una melodia che viene da dentro, da sotto, da un luogo nascosto come una buca d’orchestra, nascosto come nell’anima”. Ed è proprio l’orchestra a ricordare come la destinazione finale del giovane Werther non sia il paradiso, ma la dannazione dell’inferno.
Goethe scrive il suo Werther nel 1774. In Francia è il tempo di Luigi XVI e di Maria Antonietta: chi mai, lì si suiciderebbe per amore? “Massenet nelle sue lettere insiste più volte sulla necessità di avere abiti in stile Luigi XVI per il suo Werther” ricorda il direttore. “Werther è forse il primo uomo a “spogliarsi” di quell’abito, è forse il primo “mito” di una nuova epoca. E l’epoca che apre è senza dubbio l’epoca che tutt’oggi, nonostante tutto, viviamo. Il vero protagonista della vicenda è citato nel libretto solo una volta. Non è Werther. Si chiama Destino. Werther e Charlotte si amano. È chiaro a tutti fin dalla prima scena. Perché allora non possono amarsi? Non lo sanno neanche loro. Possono vedere solo che il Destino ha stabilito così, per loro”. Il mito parla di un’impotenza radicale dell’uomo davanti al Destino, “ma l’uomo contemporaneo, del Destino, così come della voce dell’anima, ha quasi perso la memoria”.
“Con lo scenografo Emanuele Sinisi – sottolinea il regista, Stefano Vizioli – abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto da una mano nervosa, un foglio che talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono, macchiate da un inchiostro che scola, diventa lagrima o sangue, un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca, poca attrezzeria e la forza del gesto un gesto ‘da periodo Covid’, sperabilmente coerente alla verità dei sentimenti dei personaggi”. Il lavoro con il gruppo Imaginarium completa con immagini evocative in movimento alcuni punti topici della partitura.
OPZIONE D’ACQUISTO
Da venerdì 15 a venerdì 22 ottobre, i possessori di abbonamento alla stagione di Prosa 19/20 possono acquistare i biglietti della stagione con una particolare riduzione a loro dedicata. L’acquisto può essere effettuato direttamente in Biglietteria oppure tramite prenotazione telefonica o via e-mail.
Non è possibile l’acquisto on line.
VENDITA BIGLIETTI
Da sabato 23 ottobre vendita singoli biglietti. L’acquisto può essere effettuato direttamente in Biglietteria oppure tramite prenotazione telefonica o via e-mail e on line sul sito del Teatro e su www.vivaticket.it
PREZZO INGRESSO |
INTERO |
SENIOR |
UNDER 30 |
UNDER 20 |
ABBONATI 2019/2020 – GRUPPI |
Platea |
€ 63,00 |
€ 55,00 |
€ 38,00 |
€ 9,00 |
€ 51,00 |
Palchi centrali 1^ fila |
€ 63,00 |
€ 55,00 |
€ 38,00 |
€ 9,00 |
€ 51,00 |
Palchi centrali 2^ fila |
€ 53,00 |
€ 44,00 |
€ 32,00 |
€ 9,00 |
€ 43,00 |
Palchi laterali 1^ fila |
€ 53,00 |
€ 44,00 |
€ 32,00 |
€ 9,00 |
€ 43,00 |
Palchi laterali 2^ fila |
€ 38,00 |
€ 31,00 |
€ 23,00 |
€ 9,00 |
€ 30,00 |
Galleria 4° ord. 1^ fila |
€ 40,00 |
€ 33,00 |
€ 24,00 |
€ 9,00 |
€ 32,00 |
Galleria 4° ord. 2^ fila |
€ 28,00 |
€ 23,00 |
€ 17,00 |
€ 9,00 |
€ 22,00 |
Loggione 1^ fila |
€ 23,00 |
€ 18,00 |
€ 14,00 |
€ 9,00 |
€ 18,00 |
Loggione 2^ fila |
€ 15,00 |
– |
€ 9,00 |
€ 9,00 |
€ 12,00 |