DON GIOVANNI.

A dirigere l’Orchestra Città di Ferrara sarà l’australiano Daniel Smith, pluripremiato musicista tra i più entusiasmanti della scena musicale internazionale. I cantanti coinvolti sono stati selezionati tra oltre 300 artisti provenienti da tutto il mondo. Verranno preparati in queste settimane a Ferrara da Leone Magiera, scopritore di talenti del belcanto quali Luciano Pavarotti e Mirella Freni.

Al progetto registico lavora Adriàn Schvarzstein, argentino d’origine e spagnolo d’adozione, insieme a Jurate Sirvyte Rukstele, cui sono affidati anche i movimenti coreografici. Adriàn Schvarzstein è clown, attore, regista teatrale e di circo contemporaneo, ha lavorato con Dario Fo e Pina Bausch. La messa in scena sarà curata da Moni Ovadia: sarà per lui un debutto teatrale in questo ruolo. I costumi e la scenografia sono stati realizzati dalla costumista e scenografa tedesca Lilli Hartmann, le luci da Marco Cazzola.

“Immaginiamo Ferrara agli inizi del Novecento. La compagnia viaggiante di un circo si ferma in città e ci invita ad assistere allo spettacolo di punta… Sono sempre stato convinto che Don Giovanni, opera giocosa con musica di Mozart su libretto di Da Ponte, si adattasse perfettamente al mondo circense. Per questo spettacolo abbiamo pensato come poteva apparire agli occhi del pubblico di inizio secolo scorso: un evento fuori dal comune, straordinario, dove le persone potevano sognare e lasciarsi sorprendere. Il pubblico, nel circo, spesso è parte dello spettacolo, diventa protagonista. Osservando immagini d’epoca e raccogliendo storie di famiglie di artisti ambulanti, è emerso con gioiosa chiarezza come Don Giovanni potesse essere il domatore di tigri (e non solo), tanto quanto Leporello può interpretare egregiamente il ruolo del clown. Entrambi dentro a quella gerarchia di un microcosmo itinerante dove capo e impresario è il Commendatore, non sempre ben visto dai suoi dipendenti. Nel circo lavorano anche Donna Anna, figlia del Commendatore, l’acrobata cavallerizza della compagnia, e Donna Elvira, la trapezista. Don Ottavio è l’addetto alla cassa e contabile, Zerlina e Masetto sono gli operai. Nel gruppo di artisti giunti in città ci sono anche la banda e il direttore d’orchestra. A unire tutti loro è la vita nomade, trascorsa nei carrozzoni, vicino al tendone appena piantato, alla ricerca della prossima avventura in territori non sempre accoglienti in cui approdare. Sono personaggi forse un po’ cialtroni, sicuramente spaesati, ma assolutamente veri, nel bene e nel male. Un male che non sempre viene punito, come troppo spesso vediamo oggi. Don Giovanni la farà franca? Presto, presto, comincia lo spettacolo, siete tutti invitati ad entrare nel tendone!”

Adrian Schvarzstein

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