SACRO VIVALDI

Lo Stabat Mater RV 621 per alto solo archi e basso continuo, trova ala sua origine in un’espressa commissione della Congregazione di San Filippo Neri presso la Chiesa di Santa Maria della Pace di Brescia (allora territorio della Serenissima Repubblica di Venezia) ed eseguita probabilmente nel 1712 per la solennità dei Sette Dolori di Maria Vergine (18 marzo o 15 settembre) come inno dei Vespri, in quanto sono musicate solo 10 stanze delle 20 di cui è composta la celeberrima Sequenza attribuita a Jacopone da Todi. Don Antonio Vivaldi pur non continuativamente fino al 1711 iniziò ad avere incarichi di responsabilità presso l’Ospedale della Pietà fino ad assumere nel 1713 la funzione di responsabile dell’attività musicale dell’istituto e nel 1716 l’incarico di “maestro dei Concerti”. Il Dixit Dominus RV 594 per due soprani, tenore e basso solisti, due cori a quattro voci miste, due trombe, due oboi e archi divisi in sue cori, risulta essere un testo più volte musicato dal “prete rosso” (RV 595 e RV 807) anche se sconosciute ad oggi risultano le circostanze di composizione che gli studiosi vedono come un lavoro tardivo, posteriore al 1725: è in ogni caso considerato il suo “grande” Dixit, per dimensioni, pienezza dell’organico (due cori e due orchestre), per il virtuosismo richiesto agli interpreti e la densità contrappuntistica. Completano il programma musicale il Concerto per archi in sol minore RV 157 e la Sinfonia per Archi in si minore RV 168: non vi sono notizie certe relative alla sinfonia, mentre il concerto per archi è per gli studiosi riferito al periodo in cui il compositore iniziò ad essere invitato nelle corti europee e italiane quale celeberrimo compositore e virtuoso del violino (1720-1724).

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