La vedova Socrate è un capolavoro di scrittura come tutte le opere di Franca Valeri. Essendo un teatro di parola e perdipiù di parola perfetta, centellinata in maniera
chirurgica, fatta di ritmo, pause, cadenze come una vera partitura musicale, il lavoro di regia deve essere leggero per accompagnare l’ interprete in modo non invasivo ma di sostegno come si accompagna un musicista in un assolo.
Stefania Bonfadelli
Liberamente ispirato a La morte di Socrate dello scrittore svizzero Friedrich Durrenmatt, è ambientato nella bottega di antiquariato ed oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell’antichità. “Mi incuriosiva l’ idea di sfatare questa leggenda che Santippe fosse solo una specie di bisbetica -spiegava Franca Valeri – Io ne faccio una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, una donna intelligente che del marito vede anche tanti difetti”.