“In scena tre differenti “capolavori”. Uno musicale: il quartetto in re minore La morte e la fanciulla; uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche; uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi. Questo transitare da una forma all’altra ha a che fare con l’arte coreutica, col suo essere essa stessa un balenare di forme che appaiono e scompaiono continuamente… Per questo abbiamo indugiato proprio su quell’aspetto che potremmo definire “crepuscolare” della danza, colta, nelle nostre intenzioni, proprio nel suo attimo impermanente e transitorio”.
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
Nello spettacolo sono presenti scene di nudo integrale