“Le domande non cessano mai e nemmeno la ricerca. C’è in essa qualcosa di infinito, e questa è la cosa bella.
Se guardo al nostro lavoro, ho la sensazione di avere appena cominciato.”
Pina Bausch
Come si trasforma il desiderio con il passare del tempo? Se la sostanza del teatro-danza di Pina Bausch è fatta di “corpi che riescono a comunicare il non-detto che ogni essere umano si porta dentro”, questo lavoro ne è certo uno degli esempi più alti.
Ricostruita sulla base di una pièce creata nel 1978 con trenta giovani danzatori, questa versione di Kontakthof è stata realizzata con “donne e uomini oltre i 65 anni” non professionisti. Gesti identici acquistano ora una nuova profondità e significati diversi. Lo raccontano le due immagini proposte: la donna su un cavallo a dondolo è, nello stesso tempo, ricordo d’infanzia e memoria di un’esperienza di vita; le mani intrecciate della coppia “in maschera” parlano di una complicità e di una tenerezza più forti dello scorrere del tempo.
“Le domande non cessano mai e nemmeno la ricerca. C’è in essa qualcosa di infinito, e questa è la cosa bella.
Se guardo al nostro lavoro, ho la sensazione di avere appena cominciato.”
Pina Bausch